
Io faccio versi
come un animale
sono di pelo piume squame,
dell’albero antico
sono il ramo più storto,
ho in tasca
vento
calzini
bicchieri
e un crepitio di baci
e un dolore bianco
come di farina
e una mano all’orecchio
ora
come una conchiglia
senza mare.
Non farti colpa
per la cicala muta,
il fiume secco,
per il risentimento
dell’erba calpestata,
per la dolcezza dura,
rudimentale,
delle assi inchiodate,
per le merende
di frugale opulenza.
Non aspettare,
fai con le mani,
nascondi in tasca
un pugno di sementi,
cresci la gioia
come una pila di mattoni.
Proteggi la fiamma
raduna i piccoli
prepara il pane.
Ammucchiando speranza
tenere
il fuori e il dentro,
l’opaco sul vetro
e la luce,
tenere chiuse
le parole a maturare,
le mani giunte
per il tuffo
o la preghiera.