
Io mi ricordo
di quando facevamo l’amore
con tutte le ossa del mondo
contro le anime di tutte le cose
insieme a tutte le voci
che venivano su dalle strade.
Nell’altitudine verticale dei sospiri
dettavi la tua legge.
Spero che l’amore
non abbia ucciso anche te.
Tu vieni alla finestra
e io ho paura che si spacchi questo tetto
che si aprano le crepe dei muri e
si fermino gli orologi di tutto il mondo.
Come sei esatta nei tuoi occhi.
Tu vieni in me in un tempo non tuo.
Maledizione di un ricordo che lascia il cielo
e mi chiude gli occhi.
Mi arriva voce
da declinazioni lontane
che non si possano più scrivere
verbi nel vento.
Solo strade in linea retta
e memorie che volano
insieme a sigarette e foglie.
Abbiamo dimenticato
di firmare le nuvole
col nostro nome.
Che tu sia dritta
perpendicolare a questo frastuono.
Che la tua mano sia lieve
e i tuoi occhi cadano dove nessuno ha più
osato vedere.
Che si senta la potenza di questo salto
il tuo piombare d’ossa sul mondo.
Siamo stupore e dubbio
lo spazio bianco tra due parole.
Resisti mio cuore
(mia piccola parentesi contratta)
mio eterno soldato di solitudine.