
Ancora non controllo
La risalita verso il letto,
Mi appendo al battiscopa
Sommerso da qualche granello,
Non so come saldare il conto
Che dal tetto reclama il segnavento:
È la resa del risveglio.
A occhi appena schiusi, non noto
Il mostro nel sedimento.
Quel che rimane è un morso,
L’attimo amaro prima del sorso,
Lo spazio di un cerchio,
Il fondo di tazza in cui leggere il vuoto;
A mano aperta controllare il tratto,
Lì dove la pelle s’interrompe
Senza motivo apparente.
*
Ho fatto la conta del sale,
Svuotato un sacchetto di mandorle,
Tritato un tozzo di pane;
La vita è il grano che cade dal tavolo,
La briciola inosservata,
Il silenzio che basta a raccogliersi
In un angolo d’ombra
E misurare la luce, trovare la chiave:
La porta nel pericardio
È il centro perfetto delle cose.
*
per M.
E quando chiudo gli occhi
Rispondi al richiamo
Della mia sofferenza.
Esplodo nei portici,
Sono ovunque, e minuscolo,
Come una cascata di luci al led,
Bagnato da quella mutezza
Che mi fa meno solo nell’universo,
E che non mi lascia altro
Che la meraviglia
Di splenderti addosso.