
Tre inediti del poeta Alfredo Rienzi approdano oggi su Il Visionario Poesia, tre testi misteriosi e fecondi. Ci fu un problema di carne, e sangue / che s’ostinava a volgere in acqua / e da questa in aria / (sostanza sorellastra del nulla); già questi primi versi sembrano richiamare al costante presente del nostro pensiero la mutevolezza in cui è costretta la materia che ci compone (mutevolezza che è mera caducità!); finiamo così nullificati, il nulla – in fondo – è l’ultima forma che ci “ostiniamo” a raggiungere… Un termine a questo processo v’è, e allora parremo non essere stati affatto: Così mi polverizzo / in ogni mio distretto / mi estinguo docilmente, / rarefo, appena pochi / minuti di preavviso. Il poeta s’accorge d’essere altro, da oggetto compatto (un intero che vive, che è vero) si percepisce ora come la visione di quanto è passato, e non può non avere pietà d’ogni cosa che è ancora: Qualcuno sa dire quando è accaduto? […] /Ma abbiate cura delle unità / di misura. Abbiatene pietà…
Paolo Pera
Ci fu un problema di carne, e sangue
che s’ostinava a volgere in acqua
e da questa in aria
(sostanza sorellastra del nulla)
qualcuno, qualcosa, (vago,
poco definito, appena più
di un’ombra, premeva con blanda inerzia)
voleva essere, ma si fermò.
Non fu
e nessuno ne seppe
*
Poi
trovò una fessura per emergere
ruotare, issarsi a nera gioia
farsi e disfare. Dichiararsi re,
cristallo, luce, regola eterna.
Così mi polverizzo
in ogni mio distretto
mi estinguo docilmente,
rarefo, appena pochi
minuti di preavviso
*
Ora
s’e fatto continuo l’assedio
tutte le taglienti diadi, i bivî
gli opposti conciliabili
rinnegano l’altra sponda, i fiumi
si sono fermati. Fango da fango.
Qualcuno sa dire quando è accaduto?
Quando il cielo s’è macchiato di viola?
Ma abbiate cura delle unità
di misura. Abbiatene pietà.